I valori delle Forze Armate
- Andrea Sturaro
- 4 ott 2019
- Tempo di lettura: 3 min
Il sistema Difesa, secondo la Direttiva, rimanda al concetto di sicurezza e affidabilità; la struttura gerarchica e rigida e la presenza capillare in tutto il paese garantiscono una vicinanza ai cittadini e un costante impego per il mantenimento della sicurezza. A livello nazionale le Forze Armate si impegnano a mantenere l’ordine, ad esempio attraverso le operazioni Strade Sicure, mentre a livello internazionale sono coinvolte in missioni di aiuto garantendo ottimi rapporti diplomatici. In definitiva ciò che dovrebbe essere percepito dal pubblico è che le Forze Armate sono una risorsa per il Paese, costantemente al servizio della collettività e professionalmente preparate dal punto di vista operativo. Per capire quali sono i concetti chiave che la Difesa deve comunicare è fondamentale analizzare l’immagine delle Forze Armate e quali sono i valori che le contraddistinguono. Il Generale Raffaele Tortora, consigliere Giuridico del Capo di SMA, spiega che l’individualismo, che ormai si sta affermando anche nella società europea, sta portando ad un’eclissi dei valori morali[1]. Questa crisi dei valori a quanto pare inarrestabile potrebbe coinvolgere anche le Forze Armate? O al contrario, l’ordinamento militare può essere un punto di riferimento per il rilancio dei principi morali del consorzio civile? Per dare una risposta a queste domande è necessario analizzare l’ordinamento militare sotto diversi aspetti: quello giuridico, etico e culturale.
Sotto il profilo giuridico le Forze Armate sono chiamate dalla Costituzione della Repubblica alla protezione degli interessi nazionali, ovunque essi siano minacciati, ed alla salvaguardia delle esigenze di solidarietà umana. Per adempiere a questi compiti la Difesa deve assicurare una forte coesione interna che viene garantita da un lato dalla sottoposizione del personale ad una giurisdizione penale speciale e dall’altro da una codificazione disciplinare, molto più rigida rispetto a quella prevista dagli altri enti pubblici.
Riguardo all’aspetto etico e culturale, invece, dobbiamo tenere presente che la specificità dell’ordinamento militare comporta necessariamente il rispetto di un codice etico “ad hoc”. Si può ricondurre all’istituzione militare un complesso di valori intorno ai quali si riconosce la comunità militare, che si caratterizza per il forte senso di appartenenza al gruppo e la fiera consapevolezza dell’importanza del proprio lavoro. Possiamo definire questo insieme di valori come “cultura militare”; valori garantiti non tanto dall’imposizione di norme giuridiche che assicurano sanzioni stringenti in caso di mancato adempimento, ma da una tradizione basata sulla rigidità, gerarchia e sulla forza del convincimento personale a tenere o meno un determinato comportamento. Il Generale Tortora sostiene che dobbiamo rifarci alla scienza della morale, l’unica capace di assolvere al compito di determinare le condizioni generali e fondamentali che rendono possibile agli uomini una coesistenza ordinata e pacifica ed una reciproca collaborazione per il progresso individuale e collettivo (Tortora R. , 2008).
Solidarietà, umanità, magnanimità, pazienza, cura del bene comune, onestà, lealtà, orgoglio di appartenenza, spirito di servizio, fedeltà, sono alcuni dei valori di riferimento che presuppongono come pre-condizione la “vocazione alla vita militare”. In riferimento al termine “vocazione” occorre puntualizzare l’atteggiamento partecipe, la propensione a condividere gli onori e gli oneri della condizione militare, una convinzione intima di voler appartenere alle Forze Armate. Qualsiasi soggetto che si trovi ad affrontare una situazione difficile, anche quella estrema di un conflitto ha onore verso sé stessi, nei confronti dell’amico e del nemico nonché verso Dio. “Ma siamo sicuri che questi siano i valori che guideranno i nostri soldati anche nel futuro?” – continua il generale Tortora –. Il principale rischio che oggi si corre è quello di vedere il militare trasformato in un eccellente professionista, dotato di elevate competenze tecnico-operative, consapevole dei propri diritti, ma comunque distante da quel patrimonio e complesso di valori che, come precedentemente sottolineato, rappresentano il cuore delle Forze Armate.
In conclusione, il militare deve posizionarsi come cittadino esemplare membro di un’organizzazione altamente professionale, al servizio della comunità nazionale e internazionale. Ciò che guida il suo operato deve essere il senso etico di appartenenza alle Forze Armate, la volontarietà della propria scelta e la consapevolezza delle conseguenze del proprio agire.
[1] Articolo pubblicato sul periodico “Informazioni della Difesa” dal titolo “Etica e Tipicità dell’ordinamento militare” (Tortora R. , 2008)






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