Pensiero digitale: lineare, associativo o creativo?
- Andrea Sturaro
- 23 set 2019
- Tempo di lettura: 2 min
I nuovi media digitali e le loro caratteristiche innovative, hanno dato una svolta ai processi di apprendimento, in particolare si assiste ad un cambiamento di un'importante attività mentale: il pensiero. Si tratta di un'attività mentale che si esplica nella formazione delle idee, dei concetti, dell'immaginazione, della critica, del giudizio e si attualizza in ogni processo di interpretazione e rielaborazione soggettiva del reale. Il pensiero, come attività mentale, può essere sia conscio che inconscio e comprende una serie svariata di processi, come riflettere, immaginare, fantasticare, ragionare, prestare attenzione, ricordare. Con il termine "pensiero" si intende un'attività mentale finalizzata a formare concetti, formulare ragionamenti, arrivare alla soluzione di problemi.
Il Pensiero lineare: il concetto di lineare si utilizza spesso per definire un'idea (in qualunque forma sia espressa, arte, musica, tecnica, etc) che sia estremamente semplice, evidente, e che abbia uno svolgimento regolare, senza acrobazie linguistiche, senza sofisticazioni. Viene utilizzato in riferimento ad un processo graduale senza salti logici o spaziotemporali ma con un progressivo incrementale naturale con salti regolari. Possiamo affermare che la scrittura, in quanto semplice strumento di diffusione delle conoscenze, che ha per caratteristica di base un testo statico, ha sviluppato in noi un pensiero lineare. L'avvento della multimedialità ha invece modificato il nostro stile di pensiero. I testi non sono più regolari e statici ma presentano numerosi collegamenti ipertestuali, in questo caso la nostra mente non procede per compartimenti stagni, ma colta un'idea, passa immediatamente a quella successiva per associazione. A sostegno del pensiero creativo nasce l'ipertesto, un artefatto materiale e culturale che, attraverso il collegamento (link), apre ad un numero potenzialmente infinito di risorse. "Si tratta di una comunicazione che richiede al lettore lo sviluppo di nuove strategie interpretative e una partecipazione più attiva alla costruzione dei significati attraverso la ricerca di percorsi di conoscenza, secondo originali principi associativi prodotti dall'immaginazione e dall'interesse personale. Alle capacità analitiche indotte dal testo alfabetico si sostituiscono l'abilità di individuare relazioni, di cogliere concetti passando velocemente su nodi di significato, di operare contemporaneamente con diversi codici linguistici, seguendo molteplici ramificazioni aperte, attivando una sorta di multitasking cognitivo per distribuire l'attenzione su più processi" (Scartabelli, 2014). Il pensiero creativo è un aspetto fondamentale nei processi cognitivi perché permette di migliorare la comprensione delle situazioni problematiche, ipotizzare e trovare soluzioni alternative, originali e innovative. Gli studi su questo particolare fenomeno sono partiti dall'analisi di quegli aspetti dell'intelligenza che gli strumenti di misurazione, basati prevalentemente sulla logica, non erano in grado di rilevare. La creatività, a causa della sua natura, si sottrae alle misurazioni quantitative tipiche, ad esempio, del quoziente d'intelligenza. In questo orizzonte di ricerca, Wertheimer ha analizzato il pensiero "produttivo", avviando una serie di ricerche particolarmente significative sulla creatività. Il pensiero "produttivo" ha un carattere "esplorativo" e di avventura che apre nuove soluzioni al di fuori della soluzione data, coinvolgendo una molteplicità di funzioni cognitive (Scartabelli, 2014).
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